Sguardo rivolto verso l’alto e finalmente si comincia a salire.
Lungo le scale, cinque sfere progettate come micro serre, garantiscono, alla comunità di Metropoliz, il cibo e l’ossigeno per l’imminente insediamento sulla luna.
Partendo dal ‘nuovo mondo’, passando per il ‘vecchio continente’ e di nuovo in viaggio per il satellite terrestre, protagoniste dell’installazione sono le giovani piantine di pomodoro. Se l’acqua, la terra e la luce racchiuse nella capsule trasparenti diventano metafora di un’autosostenibilità necessaria e possibile, il pomodoro diventa metafora degli abitanti di Metropoliz. Originaria dell’America del sud, il Solanum lycopersicum arriva in Europa nel XVI secolo. Ritenuta una pianta velenosa, per ben due secoli, leggende popolari e pregiudizio la archiviano come “non commestibile”, riducendola a semplice ornamento. E’ solo nell’’800 che il pomodoro comincia a essere coltivato per uso alimentare, diventando nel tempo uno dei tasselli fondamentali della gastronomia italiana e non solo.
Impensabile immaginare oggi il nostro mondo senza pomodori!
Quando sarà impensabile immaginare il nostro mondo senza coabitazioni multietniche come Metropoliz?
Tutto è pronto. Non rimane che partire, sbarcare e cominciare a coltivare.